La stampa 3D in prototipazione

Una tecnologia vantaggiosa che permette all’azienda di passare direttamente dalla fase di design a quella di produzione, eliminando i passaggi intermedi di realizzazione di utensili e stampi, garantendo la convenienza economica per lotti di piccoli volumi, addirittura unitari

Pubblicato il 12 Dic 2016

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Bacchetti - Zanardini esperto risponde 3d

Gentili lettori,
prosegue con un nuovo tema la rubrica ESPERTO RISPONDE dedicata alle tecnologie che più stanno impattando sia sul mondo industriale che su quello consumer: la Stampa 3D o stampa additiva.
Vi ricordiamo che con questa rubrica risponderemo anche alle vostre domande, che potete inviare a redazione@internet4things.it

Rispondono i nostri esperti:
ANDREA BACCHETTI (@andreabacchetti) e MASSIMO ZANARDINI, membri del laboratorio di ricerca RISE(Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia e della spin-off universitaria IQ Consulting (www.iqconsulting.it).

La stampa 3D in prototipazione

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Come anticipato nel precedente articolo, possono essere considerati 4 gli ambiti applicativi principali delle tecnologie additive. Il primo, in cui la tecnologia è nata e ha prosperato per quasi 30 anni, è quello della prototipazione rapida. Vediamo nel seguito per quali motivi la stampa 3D è così adatta a supportare la realizzazione di prototipi e pre-serie.

Con il termine inglese di Rapid Prototyping si intende la realizzazione di prototipi (assiemi finiti e/o singoli componenti), grazie a cui effettuare valutazioni sia estetiche sia funzionali di un prodotto. Un esempio di rilievo è quello di Ford, che realizza prototipi di componenti delle proprie autovetture. Grazie alla stampa 3D, il tempo di sviluppo è stato compresso da alcuni mesi ad alcune settimane[1]. Inoltre, diversi componenti possono così essere “prototipati” in un solo processo di stampa, dando poi la possibilità agli ingegneri di valutare le combinazioni migliori per rispondere alle esigenze del mercato. In altre parole, la stampa 3D è così vantaggiosa perché permette all’azienda a passare direttamente dalla fase di design a quella di produzione, eliminando i passaggi intermedi di realizzazione di utensili e stampi, garantendo la convenienza economica per lotti di piccoli volumi, addirittura unitari[2]. Anche l’italianissima Dallara Automobili sfrutta la stampa 3D per la realizzazione di prototipi di telai per i propri clienti. Nello specifico, diverse stampanti per Stereolitografia, producono da anni l’80% dei componenti del modello che poi viene testato in galleria del vento. In questo modo, Dallara ha ridotto il time-to-test da qualche settimana a qualche giorno, producendo con elevata flessibilità prodotti con geometrie molto complesse (free form design), non ottenibili con metodi tradizionali[3]. Tornando a Ford, l’azienda ha ridotto i propri lead time da alcuni mesi (necessari per realizzare gli stampi dei propri motori e telai) a un paio di settimane, abbattendo il costo di questi test preliminari di diverse decine di migliaia di dollari. Analogamente, in settori differenti, anche BTicino e Rowenta sfruttano la stampa 3D a questo scopo, a testimonianza dell’assoluta trasversalità applicativa della tecnologia.

[1] http://www.youtube.com/watch?v=S6OZXdRoogY
[2] The Pivotal Role of Rapid Manufacturing in the Production of Cost Effective Customised Products. Christopher Tuck and Richard Hague, 2003.
[3] The Digital Manufacturing Revolution Research – Laboratorio RISE dell’Università di Brescia

12 Dicembre 2016

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