The AvantGarde Group, una “fabbrica” per l’innovazione IoT

Alessandro Zamboni, fondatore, Chairman e Managing Partner di The AvantGarde Group spiega la strategia delle cc.dd. “Business Platform” a supporto dei processi di innovazione dei propri Clienti: dall’analisi dei mercati e del comportamento utenti, alla definizione delle tecnologie, alle legal assurance.

Pubblicato il 28 Lug 2016

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Una “fabbrica dell’innovazione” a disposizione di tutte le realtà che scelgono di accelerare o recuperare competitività puntando sull’innovazione di prodotto o di servizio. “Fabbricare e accelerare l’innovazione” è lo spirito di The AvantGarde Group, la Rete di Imprese con soggettività giuridica che nasce per iniziativa di Alessandro Zamboni, oggi Chairman e Managing Partner, e che ha costruito questo Gruppo partendo dall’idea che per affrontare integralmente la sfida dell’innovazione è necessario disporre di una visione completa e integrale su tutti i fattori che concorrono al successo di un progetto. Predisporre una vista e una gestione completa di tutti i fattori che determinano i processi di innovazione non è però sempre nelle corde delle aziende. Molto spesso, anzi, l’innovazione si scontra con resistenze legate a mancanza di competenze interne, di cultura, di infrastrutture. The AvantGarde Group nasce proprio come “Rete” di eccellenze, di competenze e di specializzazioni che consente alle imprese di colmare questo gap in modo veloce e affidabile per affrontare quei processi di innovazione che, come nel caso dell’Internet of Things, le portano ad affrontare nuovi territori di sviluppo governati da regole diverse da quelle che regolano i loro mercati di riferimento. Un esempio in questo senso è rappresentato dai progetti per il mondo Smart Home di Banche e Assicurazioni, progetti che correttamente valorizzano i “touch point” di queste realtà nei confronti dei clienti, ma con proposte di servizi che sono molto lontane dalla tradizionale cultura del mondo finanziario.

Internet4Things ha incontrato Alessandro Zamboni che tiene subito a presentare The AvantGarde Group come una “fabbrica che produce innovazione”: «una realtà che permette alle imprese di avviare e accelerare i processi di innovazione contando sul supporto di un network di imprese e professionisti che, dietro una regia comune effettuata da una struttura interna alla Rete stessa (avendo soggettività giuridica), realizzano soluzioni di “innovazione chiavi in mano” per superare tutti i tradizionali ostacoli ai percorsi di valutazione, di verifica, di approvazione, di compliance e di implementazione di nuovi prodotti». In questo senso il ruolo di The AvantGarde Group appare particolarmente significativo nel contesto dell’innovazione Internet of Things, per la quantità di variabili che concorrono alla realizzazione dei progetti, per la necessità di gestire nuove forme di compliance, in particolare legate alle componenti legali e infine, ultimo ma molto importante, perchè l’IoT abilita allo sviluppo di nuovi modelli di business e dunque richiede alle imprese, delle puntuali valutazioni legate anche ai rischi reputazionali, alle compliances tecnologiche con le soluzioni esistenti e con le guidelines internazionali.

Le Business Platform

Bottone IoT white paper

«L’IoT è una grandissima opportunità e questa è oggi una certezza – osserva Zamboni – noi affrontiamo queste nuove progettualità puntando su quelle che chiamiamo Business Platform». Non si tratta di Piattaforme Tecnologiche come nel caso di system integrator o provider di tecnologie e nemmeno di Consultancy Project, come avviene con società che mettono a disposizione dei clienti scenari di sviluppo e consulenza. «The AvantGarde Group sviluppa delle Platform di business, nella forma di modelli di servizio “end to end” che il cliente può valutare immediatamente e facilmente se inserire nella propria offerta, contando su un partner che mette anche a disposizione le competenze implementative e di gestione delle componenti tecnologiche.

Ma vediamo meglio con Zamboni come sono e come si concretizzano queste piattaforme di business. «Innanzitutto – ci spiega – le Business Platform permettono di presentare e valutare progetti Internet of Things parlando direttamente con le figure coinvolte sul business. Nel caso particolare i nostri clienti sono prevalentemente Banche e Assicurazioni e a queste figure proponiamo una chiara idea di business supportata da una serie di acceleratori già validati e verificati internamente che permettono di passare dall’analisi alla decisione e alla implementazione in tempi brevi». Ad esempio nelle nostre Business Platform sono già stati affrontati e validati tutti gli aspetti legali, tecnologici, relativi agli insights (grazie a User Research e librerie di Machine Learning), di “monetizzazione dei dati” e di analisi della competition. Con questi elementi già validati possiamo proporre direttamente al cliente, ad esempio a una banca, di affrontare lo sviluppo di un nuovo prodotto bancario o assicurativo basato sull’IoT come ad possono essere i servizi per la Smart Home, con tutte le componenti di prodotto già pronte, testate e verificate. E con il legal form già definito e verificato tenendo conto di tutte le regole di vigilanza e di privacy, e dunque con la parte implementativa già pronta. Stesso discorso anche per la scelta dei device, dove guida la qualità e il rispetto degli standard, nella prospettiva di offrire la soluzione più sicura, anche dal punto di vista reputazionale. Una logica da acceleratore che consente di portare in produzione nuovi prodotti anche nell’arco di pochi mesi.

La centralità dell’utente finale

The AvantGarde Group mette al centro l’Utente finale, proponendo al cliente una visione precisa e approfondita delle opportunità. Con le Business Platform il cliente può leggere le opportunità IoT del proprio mercato già nell’ottica di capire – tramite insights – quali sono i servizi potenzialmente interessanti che si possono intercettare presso i propri clienti o presso nuovi clienti prospect, con quali modalità di approccio e con quali criticità. Nel caso specifico dell’Internet delle cose, si tratta di analizzare i servizi bancari e assicurativi che possono essere abilitati alla Smart Home tramite prodotti di finanziamento o assicurativi e/o soluzioni che sono in grado di intercettare quei nuovi bisogni che nascono dai comportamenti domestici degli utenti. «La nostra piattaforma – aggiunge – è distintiva del fatto che punta sulla capacità di identificare il business, mentre la proposizione di integrazione o di device viene di conseguenza. E siamo naturalmente alternativi alle realtà che hanno un approccio legato alla system integration o alla scelta dei device».
Di fatto tutti i main topics dell’IoT come Home, Office, Cars, Factories (in particolare PMI), non sono mai affrontati nella logica di proposizione di device o di integrazione, ma all’interno di un business model canvas e come attivazione di Business Platform. The AvantGarde è un acceleratore che permette di portare sui tavoli decisionali dei business model chiari con tutto ciò che abilita il raggiungimento degli obiettivi di business. In una banca o in una assicurazione ci sono le funzioni di validazione e di compliance o legal. Il progetto di business gestito con The AvantGarde Group permette di arrivare a questi tavoli già con il parere legale del team The AvantGarde che ha già interpellato la vigilanza (dove possibile), che ha già superato legal assurance e permette di avere una visione delle opportunità di prodotto già conformi e dunque immediatamente fattibili.

Per i temi tecnologici The AvantGarde si basa sugli ormai consolidati paradigmi “del cloud e dell’open project” partendo dalla convinzione che l’impatto tecnologico sull’ IT del cliente deve essere minimale. «La nostra logica è quella di arrivare a presentarci con delle assurance anche tecnologiche già scritte e validate, in compliance con la logica IT specifica dei clienti. In concreto – aggiunge – riduciamo al massimo le criticità decisionali interne e le possibili perplessità dell’IT».

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Ma c’è un altro punto molto importante che caratterizza la strategia di The AvantGarde Group e riguarda, come anticipato, la focalizzazione sul “cliente finale”. «qualunque tipo di iniziativa funziona nel momento in cui porta benefici chiari e tangibili all’utente finale – osserva Zamboni -. Le blackbox per le auto nel mondo assicurativo hanno portato a un grande cambiamento, che non hanno però espresso tutte le loro potenzialità sull’utente finale. Si sono creati dei vantaggi, in particolare nello sconto sulla polizza, ma lo strumento può portare all’utente ben altri vantaggi attraverso lo sviluppo di tanti altri servizi».

«Per noi – prosegue – la user research e il valore per l’utente è fondamentale. Le opportunità di business sono tali solo ed esclusivamente se c’è e se è stato verificato un interesse reale per i clienti finali». In particolare Zamboni osserva che The AvantGarde Group fissa la propria attenzione su 4 punti fondamentali:

1. La conoscenza profonda e chiara del business
2. I temi legali
3. Aspetti di analisi del dato (per una sua adeguata valorizzazione) con strumenti di machine learning e artificial intelligence
4. La capacità di identificare tecnologie abilitanti affidabili, mature e quindi legalmente adottabili

Questi quattro ingredienti funzionano solo se si ha come priorità la conoscenza dell’utente con le attività di ricerca, che rappresentano un valore aggiunto unico e un ulteriore investimento.
Prima di qualsiasi Business Platform, l’idea che la genera viene sempre verificata da una user research, che verifica l’interesse dei potenziali clienti. In concreto è una analisi che, ad esempio nel caso IoT per Smart Home, risponde a domande molto concrete come queste: “perchè gli utenti dovrebbero attivare un contesto smart nella loro casa insieme alla propria Banca e Assicurazione? Per quali ragioni e per quali benefici? Che profondità hanno o possono avere questi benefici in termini di potenzialità di spesa?” La user research risponde a questi temi e verifica la sostenibilità reale delle nuove linee di business.

La grande opportunità è nella gestione dei dati

Nel mondo delle banche e delle assicurazioni le nostre Business Platform mettono in evidenza che con l’IoT le opportunità di business devono essere colte non sui device o sui prodotti, ma sulla gestione del dato, sullo studio dei comportamenti degli utenti e sulla valorizzazione di queste informazioni, con una prospettiva che necessita di nuovi workflow (per lo sviluppo di opportunità commerciali e/o per la gestione del rischio) e di cambiamenti molto importanti a livello di gestione di tematiche come la privacy e la sicurezza.
«Un esempio – prosegue Zamboni – è rappresentato da un’iniziativa che stiamo seguendo che ha come oggetto un Digital Human Scoring che aggrega e analizza i dati provenienti da oggetti connessi, dal parlato, dai testi, dai social media e sviluppa uno scoring creditizio di prima accettazione (che performa benissimo anche in fase di recupero crediti) per il monitoraggio completo della gestione dei clienti. Questa iniziativa potrà, a breve, mettere a disposizione anche uno strumento di analisi innovativo che produce indicatori per l’individuazione dell’Ideal Customer Profile. Le banche possono cioè identificare clienti ideali attraverso il supporto di una modellistica di analisi su un bacino di prospect che si avvicinano allo scoring dell’Ideal Customer Profile, possono cioè focalizzare le loro attività di marketing e di ingaggio sui profili più vicini alla loro strategia di business».
Zamboni tiene poi a ricordare che «Il nostro modello è sempre e solo il servizio, le Business Platform non sono “installate” secondo un approccio tradizionale, tutti i progetti di set up delle Piattaforme sono sviluppati solo nell’ottica di abilitare nuove iniziative di business per il Cliente appoggiandosi a partnership di alto livello sia per l’affidabilità delle soluzioni tecnologiche proposte, sia per il valore reputazionale dei brand». In questo senso si colloca la valorizzazione del progetto SmartThings di Samsung. «Le nostre architetture – spiega – hanno sempre una visione open project basata sulla integrazione con terze parti utilizzando infrastrutture leader di mercato – anch’esse cloud based. In questo caso dal Cloud di SmartThings The AvantGarde ha reso interoperabile la propria Business Platform “Home Smart Home” che permette la gestione “governata” dei dati sulla base di precise componenti che valutano, in prima battuta, la conformità di utilizzo del dato rispetto alle esigenze degli utenti e, grazie ad una sorta di legal engine, la conformità per lo sviluppo del business per il nostro Cliente Banca o Assicurazione. Da qui la Piattaforma permette alla Banca e all’Assicurazione di valorizzare i business services funzionali a sviluppare nuovi insights e che correlano il comportamento domestico con l’esigenza di spesa, con la richiesta di prodotti bancari/ assicurativi, con la necessità di ulteriori servizi, con stati di bisogno o di “allerta” anche in una logica di rischio».

IoT e Digital Payment

Ma il tema dell’IoT è oggi sul tavolo di tante imprese unitamente ad altri temi strategici come i pagamenti digitali. Sulla spinta di una competizione che arriva dalle Fintech e da nuovi attori del mondo digital attivi con i loro wallet come Apple, Google, Samsung, Microsoft, Facebook e di fenomeni come l’Instant payment, le banche sono chiamate ad accelerare i processi di innovazione. «Come The AvantGarde Group le stiamo sensibilizzando ad avere più attenzione allo sviluppo di nuovi servizi. Siamo convinti che le Banche e le Assicurazioni dovrebbero cavalcare il tema SPID perché la gestione dell’identità digitale è un fattore che abilita alla gestione di nuovi servizi. In particolare le banche hanno i touch point (più numerosi rispetto ad Aziende di altri settori) nei confronti dei clienti e possono valorizzarli nell’ottica di sviluppare nuove forme di business in integrazione con i digital payments. In più devono rispondere al rischio disintermediazione che con la PSD2 diventa sempre più una realtà. A nostro avviso i pagamenti aumenteranno la loro importanza e si collegheranno sempre di più al mondo IoT – prosegue -. Siamo convinti che i pagamenti si trasferiranno dallo smartphone agli oggetti fisici che attengono sia al mondo dei wearable sia ai restanti setting IoT. Grazie alla crescita dello sviluppo “phisi-digital” degli oggetti, il processo di pagamento sarà abilitato da altri oggetti, la normativa europea PSD2 a nostro avviso impatterà anche sullo sviluppo di nuove soluzioni di pagamenti basate su nuove piattaforme. Per questo The AvantGarde Group studia la PSD2 nell’ottica della creazione di nuove soluzioni di pagamento e di abilitazione di nuovi attori».

Da Digital payment a Remote payment

In termini di “vision” sul mondo dei pagamenti The AvantGarde Group interpreta il futuro più in ottica di remote payment che di mobile payment. «Si dovrebbe arrivare alla situazione – conclude Zamboni – in cui ciascuno dispone di un portafoglio elettronico generale che gestisce con la migliore usabilità tutti i wallet che sono via via nella “tasca digitale” degli utenti. Una sorta di universal wallet che consente di scegliere per ciascuna occasione di pagamento la soluzione migliore in funzione del credito disponibile, delle opportunità legate a loyalty, delle facilitazioni previste. In altre parole, un wallet che permette di utilizzare lo strumento di digital payment più congeniale e più vantaggioso.
In termini di mercato poi probabilmente risulterà vincente chi avrà più touch point con i clienti e saprà valorizzare questo contatto con soluzioni innovative e soprattutto facili e accessibili. Anche per questo si intravvede un intreccio sempre più stretto tra i temi dell’IoT, dell’identità digitale e della SPID. Per rimanere nello spirito delle Business Platform, si avranno sempre più iniziative complesse che uniranno aspetti tecnologici, di compliance legale e regolamentare dove il grande vantaggio competitivo starà nella verifica veloce delle reali opportunità di business e nella altrettanto veloce capacità di abilitare gli utenti finali in questi nuovi modelli di servizio. Passeremo dall’era delle Fintech a quelle delle “Business Fintech” – meno sperimentali o meno “scenografiche” tecnologicamente ma più vicine ai bisogni dell’utente finale”.

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