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Sicurezza alimentare, come migliorarla con l’RFID | Internet 4 Things

Un convegno ospitato a Milano dall’EPC Lab mette in evidenza il ruolo chiave della radiofrequenza per la protezione dei prodotti, la condivisione delle…

Pubblicato il 01 Lug 2010

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Un convegno ospitato a Milano
dall’
EPC Lab mette in evidenza il
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uolo chiave della radiofrequenza per la
protezione dei prodotti, la condivisione delle informazioni, la
tracciabilità e in generale per l’ottimizzazione della
Supply Chain.

Le tecnologie RFId possono svolgere un ruolo determinante per
la protezione dei prodotti, la condivisione delle informazioni
e la tracciabilità e in generale per l’ottimizzazione
della supply chain. Di questo si è parlato lo scorso giugno
nell’evento “Peso, protezione ed efficienza: il
contributo tecnologico alla sicurezza alimentare”
organizzato da Checkpoint Systems, azienda specializzata nella
gestione delle differenze inventariali, e Bizerba, operante nel
campo della pesatura ed etichettatura alimentare, in
collaborazione con Indicod-Ecr. Sede dell’incontro è
stato l’EPC Lab, laboratorio di sperimentazione della
tecnologia RFId/EPC, realizzato da Indicod-Ecr e dalla School
of Management del Politecnico di Milano con l’obiettivo
di eseguire studi di fattibilità e testare
l’implementazione della tecnologia RFId/EPC
nell’ambito dei processi operativi della supply chain.
Grazie alla struttura stessa del laboratorio, che include
un’area di simulazione dell’intera filiera, dal
fine linea di produzione al punto vendita, è stato
possibile testare con mano le potenzialità della tecnologia
RFId per la condivisione delle informazioni.
Come
presentato da Pierluigi Montanari, project manager
dell’Area Ricerca e Sviluppo Indicod- Ecr,

durante l’intervento “Gli strumenti integrati GS1
per l’efficienza di filiera”, le necessità da
soddisfare per il raggiungimento dell’efficienza di
filiera e la riduzione del Time-to-Market possono essere
esemplificate in quattro punti: definire (ad
esempio tramite un’accurata anagrafica prodotto),
identificare, fatturare e condividere.

Ed è proprio a supporto di queste funzionalità che la
tecnologia RFId gioca un ruolo importante, facilitando
l’identificazione univoca degli oggetti e/o degli imballi
e la tracciabilità dei prodotti tramite l’acquisizione
automatica dei dati che, unitamente all’utilizzo di uno
standard comune, permette di condividere agevolmente le
informazioni rilevanti lungo la supply chain.
L’acquisizione e la condivisione delle
informazioni permettono quindi di aumentare il livello di
sicurezza offerto ai clienti
, soprattutto in un ambito
delicato come quello alimentare. Sempre in tema sicurezza un
secondo aspetto trattato durante l’evento ha riguardato
la crescente necessità di proteggere i prodotti alla fonte,
tanto che ci si sta muovendo verso l’integrazione di
tecnologie “consolidate” come l’RF-EAS per la
protezione dei prodotti presso il punto vendita e le tecnologie
RFId, per permettere di cogliere entrambi i benefici:
protezione e tracciabilità in primis. Oltrepassando i confini
industriali, l’avere a disposizione informazioni
standard, affidabili e complete sulla vita del prodotto
permette di ragionare sull’estensione della
tecnologia RFId presso il punto vendita
.
Dall’integrazione dei quattro punti sopra citati è
infatti possibile – ad esempio – ricostruire la
storia del prodotto verificandone proprietà quali la
genuinità e la “correttezza” del percorso, ovvero
la corrispondenza tra la storia del prodotto (in termini di
spostamenti e tempistiche) e il percorso stabilito, in modo da
poter intercettare prodotti contraffatti o del mercato
parallelo e
consentire agli utenti di assumere un
ruolo attivo nel processo di fruizione del bene, verificando
autonomamente le proprietà di quanto stanno acquistando.

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