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Il futuro si costruisce sul terreno dell’ICT – Intervista a Franco Bernabè

Franco Bernabè, Amministratore Delegato di Telecom Italia risponde alle domande di Umberto Bertelè, Presidente della School of Management del Politecnico di Milano, su strategie e impegni per spingere l’innovazione nel Paese  

Pubblicato il 01 Apr 2009

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Dottor Bernabé, in una situazione di congiuntura economica e finanziaria negativa come quella attuale, l’innovazione attraverso la leva ICT è particolarmente importante, anzi necessaria, per la competitività delle imprese e del sistema Paese. Quale ruolo intende giocare Telecom Italia?

Vogliamo anzitutto favorire la nascita e supportare la crescita di idee e progetti innovativi che, partendo proprio dal web e sfruttandone le sue numerose potenzialità, siano in grado di dare nuova vita all’attuale contesto economico. È questa la filosofia alla base del progetto Working Capital recentemente lanciato da Telecom Italia. Siamo profondamente convinti che Internet e l’ICT più in generale siano il terreno su cui si costruirà gran parte del nostro futuro, e il ruolo di Telecom Italia non può che essere centrale in questo senso. È per questo che abbiamo deciso di mettere a disposizione delle idee d’impresa più promettenti gli strumenti migliori per realizzarle, con un investimento complessivo equivalente a 5 milioni di euro in due anni. Non un semplice impegno economico, ma uno sforzo concreto per accompagnare con know-how specializzato, coaching e infrastrutture gli imprenditori del futuro. In questa avventura abbiamo scelto di coinvolgere alcuni autorevoli esperti nello scouting di idee d’impresa.

Sempre più c’è la consapevolezza di un forte legame fra il livello di competitività e innovatività di un Paese e la disponibilità di una rete di Tlc broadband capillare e moderna. Qual è il suo punto di vista e quale la strategia di Telecom Italia?

La modernizzazione delle reti TLC broadband è un tema al centro di svariate discussioni, ma pochi si interrogano sulla presenza di un’effettiva domanda di tecnologie avanzate nel nostro Paese. La rete italiana, per la maggior parte costituita dalle infrastrutture di Telecom Italia, è già tra le migliori al mondo. È certamente importante che tutti gli attori si impegnino per un suo ulteriore miglioramento in termini di capillarità e qualità, ma credo sia necessario in primo luogo stimolare un’evoluzione culturale più che infrastrutturale. Le soluzioni di e-government stentano ancora a decollare nonostante il positivo impulso impresso dal Governo e, più in generale, il livello di alfabetizzazione informatica della nostra popolazione e delle nostre aziende è tra i più bassi in Europa. Credo dunque che sia prioritario combattere quello che si può definire il “cultural divide” italiano, e Telecom Italia si sta impegnando in questo senso offrendo soluzioni chiavi in mano, estremamente facili da utilizzare, perché siamo convinti che la diffusione delle nuove tecnologie passi attraverso la loro semplificazione per l’utente finale. Non possiamo, però, essere da soli in questa battaglia. È necessario che le Istituzioni e tutti gli altri attori del mercato si impegnino altrettanto.

Telecom Italia sta puntando sempre più sulle soluzioni IT, in particolare rivolte alle esigenze delle PMI. Qual è l’approccio seguito?

Le piccole e medie imprese sono un tassello fondamentale dell’economia italiana, e ancor più in questo momento di difficoltà dei mercati è importante essere al loro fianco non come semplici “fornitori di tecnologie”, ma come veri a propri partner del business, come alleati su cui poter contare per rispondere alle necessità di tutti i giorni e progettare il futuro. Con l’offerta Impresa Semplice ci proponiamo di fare questo, di seguire le PMI in tutte le loro attività quotidiane sia con la telefonia fissa che con la telefonia mobile e con le più avanzate soluzioni ICT, il tutto con estrema semplicità, come se fossimo il loro “braccio destro”.

Assistiamo alla convergenza in atto fra Telco & Media mentre Telecom Italia sta rivedendo il suo ruolo nel settore. Quale scenario intravede?

Telecom Italia non è e non vuole essere una Media Company nel senso comune del termine. Guardiamo però con grande attenzione ad un aspetto della convergenza tra il mondo delle TLC e quello dei Media: la nascita di infrastrutture e piattaforme che contribuiscano concretamente alla diffusione dell’informazione. Grazie all’eccellenza delle competenze dei nostri ricercatori siamo da sempre all’avanguardia nello sviluppo di tecnologie come l’IPTV, che per mette modalità di fruizione ed interazione con i contenuti superiori a qualsiasi altra modalità broadcast. Il nostro obiettivo è fare bene il nostro mestiere, ideare e sviluppare le migliori piattaforme tecnologiche, per poi metterle a disposizione di tutti i produttori di contenuti e di tutte le audience, contribuendo così nei fatti alla creazione di nuove e più ampie modalità di comunicazione.

A dicembre Telecom Italia ha annunciato che offrirà nel 2009 connessioni in banda larga mobili fino a 28 Megabit al secondo. Quali sono i piani per rendere disponibili gli incrementi di banda annunciati? Che ruolo può avere il Mobile broadband per superare il Digital Divide?

Il broadband mobile è una realtà che si sta manifestando con forza nel nostro Paese e che Telecom Italia sta supportando con lo sviluppo di una rete all’avanguardia. Entro la fine dell’anno potremo contare su circa 12.300 nodi che permetteranno ai nostri clienti in tutta Italia di navigare fino a 7.2Mb/s, e nella seconda metà dell’anno, come ricordava, saremo i primi in Italia a lanciare il servizio broadband mobile a 28Mb/s. A questo scopo abbiamo già predisposto a Milano i primi 100 nodi con infrastruttura in fibra, indispensabile per poter offrire un servizio a così alta velocità. Con performance di questo tipo, certamente il broadband mobile potrà contribuire alla riduzione del Digital Divide laddove non sia disponibile il servizio ADSL, ma non riteniamo possa essere sostitutivo.

La disponibilità di larga banda mobile in Italia e terminali sempre più potenti (come l’IPhone) rendono il cellulare un potente strumento per fruire di applicazioni in mobilità. Come vede Telecom questo scenario e qual è il suo ruolo nella filiera?

I nostri clienti apprezzano in maniera crescente l’uso di Internet in mobilità e un insieme di fattori ne sta favorendo la diffusione. Mi riferisco soprattutto alla crescente velocità di navigazione, alla commercializzazione di chiavette per la navigazione sui PC portatili e alla progressiva semplificazione delle tariffe. Sul fronte dei PC stiamo assistendo ad una forte diffusione dei Mini PC, netbook di peso e dimensioni contenute che ne favoriscono l’utilizzo in mobilità; mentre sul fronte dei telefonini aumenta il numero degli Smartphone. Telecom Italia non può che favorire questa naturale evoluzione verso l’Internet mobile e svolgere un ruolo da protagonista, da un lato sviluppando l’infrastruttura tecnologica per offrire maggiore disponibilità di banda e, dall’altro, ampliando le offerte di trasmissione dati e servizi.

Qual è ad oggi, dal vostro punto di vista, la relazione fra il broadband fisso e quello mobile: cannibalizzazione o complementarietà?

Direi complementarietà. Il mercato delle telecomunicazioni può essere semplificato in tre macrosegmenti: i clienti Mobile Only; le famiglie Broadband e i clienti più tradizionali che usano il telefono fisso esclusivamente per le telefonate. I clienti Mobile Only sono, come dice la definizione stessa, attratti in primo luogo dall’offerta Mobile Broadband, anche se tendono nel tempo a rivolgersi anche a soluzioni fisse. Nel secondo segmento, il più evoluto, la soluzione mobile rappresenta la realizzazione di un desiderio: quello di avere Internet sempre con sé. Basta una chiavetta oppure un Netbook (o miniPC) e si è subito in rete. Da un uso familiare, condiviso, stiamo evolvendo quindi verso un uso personale: e questo passaggio rappresenta un moltiplicatore importante non solo per l’evoluzione del business, ma anche come acceleratore della diffusione di Internet nella società. Per il terzo segmento, che come ricordavo, purtroppo, è ancora numeroso nel nostro Paese, non si pone il problema della cannibalizzazione, ma della penetrazione. È un segmento che va stimolato e indirizzato attraverso un percorso di alfabetizzazione informatica, che faccia comprendere i reali benefici che il Broadband, sia fisso che mobile, può portare la rete nelle relazioni e nelle attività quotidiane.

L’evoluzione della regolamentazione Europea, attraverso la Payment Service Directive, offre alle Telco nuove opportunità nel mercato dei servizi di pagamento che per ora sono state toccate in minima parte, anche se hanno dimostrato le notevoli opportunità (come ad esempio per il pagamento dei Mobile Content o le donazioni). Telecom Italia che ruolo intende giocare in questo ambito?

Telecom Italia intende supportare i soggetti che già gestiscono gli strumenti di pagamento, come banche o issuer di carte, per sviluppare l’utilizzo di tali strumenti sui canali innovativi come il telefonino, e per fare ciò mette a disposizione di tutti i player interessati le proprie competenze tecnologiche e commerciali. D’altra parte, l’estensione dei pagamenti sui nuovi canali porterà quasi certamente ad un incremento del numero degli utilizzatori e del volume delle transazioni creando le condizioni per una riduzione dei costi a beneficio di tutti i consumatori.

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