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Musica digitale, quale sarà l’impatto di Google?

L’industria musicale, nell’ultimo decennio, ha risentito molto dell’impatto di internet e della digitalizzazione dei formati. La crescente…

Pubblicato il 01 Gen 2012

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L’industria musicale, nell’ultimo
decennio, ha risentito molto dell’impatto di
internet e della digitalizzazione dei formati
. La
crescente diffusione della vendita di musica digitale continua,
infatti, a non compensare le perdite prodotte dalla vendita di
supporti musicali fisici (Cd e Lp): secondo le stime di Gartner,
la musica digitale passerà dai 5,9 miliardi di dollari del 2010
ai 7,7 miliardi del 2015, mentre la componente fisica, nello
stesso periodo, scenderà da 15 a 10 miliardi.


C’è attesa, quindi, per comprendere se l’ingresso di
un altro Over the Top come Google nell’arena competitiva
velocizzerà queste dinamiche di mercato. Annunciato il 16
novembre a Los Angeles, Google Music potrebbe diventare un vero
rivale per Apple, Amazon e altri siti specializzati. I fattori
chiave su cui punta sono: l’archiviazione in cloud e lo
streaming – gratuiti per l’utente – di 20mila tracce
musicali; la possibilità di poter accedere alla propria musica
in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo (anche non basato
su Android) sia in modalità online che offline (salvando però
preventivamente i brani preferiti sui singoli device); i prezzi
competitivi (il costo dei singoli brani va da un minimo di 69
centesimi ad un massimo di 1,29 dollari), nonché la
disponibilità di brani inediti e tracce gratuite; la
possibilità di condividere gratuitamente le tracce acquistate
con i contatti attivi sul social network Google+;
l’opportunità per musicisti indipendenti di vendere online
la propria musica tramite l’apposito servizio “Artist
Hub”.


Con questo servizio, Google fa anche un ulteriore passo
avanti nella profilazione e conoscenza del comportamento dei
propri utenti
; fattori estremamente rilevanti per
un’azienda basata principalmente su un modello di business
pubblicitario. Il servizio è per ora attivo solo in America, ma
si attende il suo arrivo a breve anche nel resto del mondo.
Sarà particolarmente interessante vedere l’impatto
che avrà in Italia
, dove il mercato della vendita di
musica digitale fatica ancor più che all’estero, per via
di una forte presenza di pirateria – che in Italia è pari al 25%
secondo la Federazione Industria Musica Italiana -, della minor
propensione degli utenti ad utilizzare la carta di credito per
pagare sul Web e delle difficoltà causate dal digital divide in
termini di banda larga.

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