Lavori in corso per definire linee guida comuni e standard per l’RFId in Sanità

La crescente diffusione di tecnologie RFId in sanità pone ormai il problema della regolamentazione dei dispositivi per assicurare l’assenza di…

Pubblicato il 01 Set 2009

La crescente diffusione di tecnologie RFId in sanità pone
ormai il problema della regolamentazione dei dispositivi per
assicurare l’assenza di interferenze tra tali nuove
tecnologie e le apparecchiature elettrobiomedicali in uso.
Finora infatti si è assistito all’esecuzione di diversi
test indipendenti, condotti da università, produttori o
specifiche associazioni, dai risultati a volte contrastanti: da
qui il problema di trovare una linea comune di azione che offra
a produttori e utilizzatori un chiaro riferimento per la
determinazione di eventuali interferenze elettromagnetiche
(EMI) che potrebbero derivare dall’utilizzo di
apparecchiature RFId ed inficiare quindi il buon funzionamento
dei device medici in uso. Proprio per indirizzare questo
crescente bisogno di standard per il test delle emissioni radio
di tecnologie RFId AIM Global (Association of Automatic
Identification and Mobility) ha istituito nel 2008 un comitato
(RFID Experts Group – REG), costituito da rappresentanti
di 40 organizzazioni ed esperti in tecnologie RFId, come ad
esempio MET Labs, GTRI e GS1, con lo scopo di raccogliere
partner che volessero lavorare allo sviluppo dei protocolli
sopra citati.

La ricerca ha portato alla definizione di un accordo tra AIM,
il Georgia Tech Research Institute (GTRI) e i MET Laboratories,
che metteranno a disposizione i propri laboratori per la
conduzione dei test e la simulazione di un ambiente sanitario
all’interno del progetto chiamato "AIM Global
Healthcare Initiative”. Lo sviluppo di linee guida comuni
si pone quindi come un mezzo, oltre che per “colmare un
vuoto”, per raccogliere una serie di informazioni che
potrebbero essere utili sia all’interno delle strutture
stesse sia come guida per strutture pubbliche, come biblioteche
e centri commerciali, dove la tecnologia potrebbe influenzare
dispositivi medici impiantati. I protocolli sviluppati saranno
poi presentati a fine anno alla Food and Drug Administration
(FDA) per approvazione.

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