Identità digitale

App documenti: passaporto, carta d’identità e patente, tutti nello smartphone

L’OeSD, l’officina carte valori statale di Vienna, propone la prima soluzione che promette di dematerializzare qualsiasi tipo di documento, recuperando le informazioni da un registro in Cloud. Ma per implementarla nei vari Paesi occorre arrivare a una piattaforma normativa sovranazionale

Pubblicato il 29 Gen 2016

Identity Access Management

Lo smartphone è davvero destinato a diventare l’unico “raccoglitore” di tutti gli strumenti che servono a una persona per farsi riconoscere? Dall’autorizzazione delle transazioni elettroniche al check-in in aeroporto, fino ai programmi di loyalty per lo shopping, l’ambito dei portafogli elettronici, i Mobile Wallet, è in pieno fermento. E la prossima, e più delicata, frontiera è quella dei documenti d’identità. Un esempio viene da Oesterreichische Staatsdruckerei (OeSD) Holding AG, l’officina carte valori di stato dell’Austria, in attività da circa 200 anni. Più o meno come è successo ad American Express, che cominciò nel 1850 come società di trasporto valori, OeSD ha rivoluzionato la propria specializzazione da semplice stampatore di francobolli e supporti cartacei per documenti d’identità tradizionali a realtà hi-tech che serve clienti in quattro continenti. La prima svolta è stata nel 2006 con i passaporti dotati di chip, la seconda tre anni fa, quando la società ha cominciato a sviluppare Mobile App. E sarebbe proprio un‘App per documenti (denominata MIA, My Identity App) il cuore della proposta di OeSD per l’integrazione del passaporto, della carta d’identità e persino della patente di guida nello smartphone.

Qual è il principio della soluzione? Semplicemente recupera le informazioni personali da un registro centrale in Cloud, dove sono custoditi in maniera sicura i dati dell’utente, e le rende disponibili alle forze dell’ordine o ad altri addetti ai lavori (come per esempio gli assistenti di volo ai gate degli aeroporti) nel momento in cui lo smartphone dell’utente e un altro dispositivo in mano al controllore interagiscono. L’utente può personalizzare il proprio documento digitale scegliendo di volta in volta quali informazioni condividere in situazioni specifiche e preservando la propria privacy.

Una questione delicata sia perché coinvolge il trattamento dei dati personali forse più sensibili, sia perché implica la messa a sistema di piattaforme sovranazionali. Che, a differenza di quanto accade a livello di aziende private – dove gli accordi commerciali quadro fanno da cornice a standard e soluzioni interoperabili – possono essere implementate solo in seguito a precise iniziative politiche. La tecnologia per fare il grande salto, però, è già disponibile.

«Naturalmente si tratta di un meccanismo di base», commenta Lukas Praml, direttore esecutivo e responsabile per l’innovazione di OeSD in un’intervista rilasciata a Bloomberg. «Il nocciolo della questione è garantire l’assoluta sicurezza dei dati mantenendo una user experience estremamente semplice».

App per documenti, sperimentazioni nel mondo

Praml si dice ottimista sul futuro dell’App per documenti. Se cominceranno ad arrivare i primi ordini, potrebbe diventare operativa già nel 2017. Il mercato occidentale forse più interessato a questo tipo di tecnologia è quello degli USA dove, spiega Bloomberg, sono già partite un paio di sperimentazioni in questo senso. L’amministrazione dell’Iowa, per esempio, sta lavorando con MorphoTrust per testare sui dipendenti del Dipartimento dei Trasporti una patente di guida integrata nello smartphone. L’autenticità del documento digitale viene garantita da un sistema biometrico che riconosce il volto del possessore.

Airside Mobile e l’Ufficio doganale degli Stati Uniti offrono invece una scorciatoia ai controlli sull’immigrazione in alcuni aeroporti: i cittadini americani e canadesi che tramite un’apposita App hanno richiesto una preautorizzazione possono evitare la coda e farsi riconoscere semplicemente porgendo il proprio smartphone ai pubblici ufficiali. Non sorprende quindi che OeSD abbia cominciato a proporre la soluzione proprio agli Uffici motorizzazioni USA. Il vincolo è prima di tutto quello normativo: bisogna sbrogliare leggi e regolamenti prima di poter cominciare a utilizzare servizi tanto rivoluzionari.

La strada sembrerebbe più in discesa nei Paesi emergenti di Africa e Asia, o anche dell’Est Europa. Con l’eccezione dell’Estonia, dove già oggi per guidare non serve avere in tasca la patente: la polizia ottiene tutte le informazioni per riconoscere il conducente semplicemente collegandosi alla Rete dalla volante.

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