Scenari

Mobile Marketing e Service, la rivoluzione parte dalle startup

Gli ambiti innovativi che stanno creando opportunità nella filiera, e le nuove realtà finanziate a livello internazionale e italiano, in un’analisi dell’Osservatorio Mobile Marketing & Service della School of Management del Politecnico di Milano

Pubblicato il 02 Lug 2013

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L’enorme successo del mobile computing sta trasformando interi settori e processi aziendali. Tra questi l’area marketing e servizi è forse quella più profondamente rivoluzionata, tenuto conto delle caratteristiche peculiari del mobile in termini di immediatezza, personalizzabilità, interattività e coinvolgimento a fini di valorizzazione del brand e fidelizzazione.

Per questi motivi nella filiera del marketing e service stanno nascendo molte start-up con attività del tutto nuove rispetto all’offerta tradizionale. Un capitolo del recente Osservatorio Mobile e Marketing della School of Management del Politecnico di Milano tratta proprio di questi argomenti, descrivendo brevemente alcuni ambiti innovativi che stanno creando opportunità ai player di filiera del Mobile Marketing & Service, e fotografando puntualmente le startup finanziate a livello internazionale e italiano che operano in questo settore.

Le nuove realtà di filiera

A fianco delle aziende che tradizionalmente curano progetti di Marketing e Service per i brand, sono nate nel corso degli ultimi anni (con un forte incremento proprio nel 2012, l’anno coperto dalla più recente edizione dell’Osservatorio) molte realtà specializzate in soluzioni di Mobile Marketing & Service. Si possono distinguere in due macro-categorie principali. Il primo è quello delle aziende che offrono soluzioni B2b ai brand da integrare nei loro Asset Mobile aziendali. Per esempio soluzioni a supporto dei retailer per migliorare la shopping experience dell’utente (informazioni sui prodotti che sta acquistando, coupon targetizzati, self- scanning, self-check-out, programmi loyalty, ecc.); progetti di Gamification legati al brand; supporto nella gestione del Mobile Advertising.

Il secondo è quello delle aziende che si rivolgono direttamente al consumatore. In questa categoria i ricercatori inseriscono per esempio aggregatori di volantini promozionali, che consentono di conoscere dove si risparmia nel fare la spesa; directory di pizzerie e ristoranti, che in alcuni casi consentono anche di prenotare; portafogli di carte fedeltà, raccolte punti e coupon; servizi di invio promozioni e coupon geo-localizzati; soluzioni per avere maggiori informazioni sui prodotti fotografando il bar-code, e così via.

In questo scenario l’Osservatorio Mobile Marketing e Service, in collaborazione con l’Osservatorio sulle Startup Digitali e PoliHub, ha analizzato tutte le principali startup che operano in ambito Mobile e che hanno ricevuto finanziamenti da investitori istituzionali negli ultimi due anni a livello internazionale. Si tratta in tutto di 540 startup, di cui più di un quarto operano proprio nel mercato del Mobile Marketing & Service. La forte attenzione da parte del mondo del Venture Capital su quest’ambito si rispecchia nel fatto che, a livello sia internazionale che italiano, tra gli operatori più attivi nella filiera del Mobile Marketing & Service troviamo molte startup.

Il panorama internazionale: Mobile Advertising

I ricercatori hanno distinto i principali filoni in cui possono essere raggruppate le startup finanziate, suddivisi, coerentemente con la classificazione utilizzata nell’Osservatorio, nei tre ambito Mobile Advertising, Mobile Promotion & Loyalty, e Mobile Service. Per ogni filone sono evidenziati degli esempi significativi, alcuni dei quali, nonostante siano aziende nate da pochi anni, sono realtà già ben affermate a livello internazionale.

Per quanto riguarda il Mobile Advertising sono state individuate moltissime startup che assumono ruoli differenti nella filiera. In particolare, rientrano tra queste:

– alcuni dei principali ad-network internazionali, tra i quali ad-network premium, ad-network specializzati sul local e affiliation network (per esempio Mojiva, TapTap Networks, xAD, MobPartner);

– società che offrono servizi di targeting evoluto del consumatore (in termini di localizzazione e comportamento dell’utente nella navigazione e nell’uso delle Applicazioni) e retargeting (Drawbridge, Apsalar, ecc.);

– aziende che offrono soluzioni tecnologiche per la gestione dei Video e dei Rich media, quale ad esempio Crispmedia;

– startup che si posizionano come ad-exchange (ad-mediation e/o real time bidding) o come Demand Side Platform specializzati su Mobile (due esempi notevoli sono MoPub e StrikeAd);

mobile agency che offrono supporto a 360 gradi alle aziende nella progettazione, gestione e misurazione di campagne di Mobile Advertising (ad esempio, Media Brix);

– realtà che offrono nuove forme di advertising, come ad esempio l’acquisto di visibilità in sistemi di cross-promotion di applicazioni (come Tapjoy) oppure l’acquisto di visibilità in applicazioni che promuovono ogni giorno un determinato numero di applicazioni di terze parti (come AppGratis e Appsfire).

Il panorama internazionale: Mobile Promotion & Loyalty

Passando all’ambito Mobile Promotion & Loyalty, i ricercatori del Politecnico di Milano hanno raggruppato le startup in quattro filoni principali:

– startup operanti nell’ambito del Mobile Couponing, che, in alcuni casi, offrono soluzioni ai punti vendita per distribuire ai propri clienti coupon e, in altri, si propongono come applicazioni B2c che consentono all’utente di ricevere coupon geolocalizzati (due esempi interessanti sono Koupon Media e Spotzot);

– aziende che offrono informazioni aggregate sulle promozioni di più punti vendita, segnalando così all’utente dove può risparmiare nel fare la propria spesa;

– realtà che offrono servizi di Gamification agganciati a meccanismi di rewarding di vario genere (ad esempio, SessionM);

– aziende che offrono supporto alla digitalizzazione dei programmi fedeltà e delle raccolte punti (Key Ring, RewardLoop, ecc.). Alcune di queste startup offrono i propri servizi in ambito B2b, altre in ambito B2c.

Il panorama internazionale: Mobile Service

Infine, per quanto riguarda le startup specializzate in Mobile Service, la casistica è davvero molto ampia. Riportiamo di seguito alcuni esempi:

– soluzioni a supporto dei retailer per migliorare la shopping experience dell’utente offrendo molteplici servizi, per esempio maggiori informazioni sui prodotti che sta acquistando, self-scanning, check-out, ecc. (tra queste sono citate AisleBuyer e Shop-Savvy);

– startup che offrono applicazioni verticali per uno specifico settore/ambito d’attività, che consentono la prenotazione, l’acquisto e/o il pagamento del servizio da parte dell’utente (per esempio, per alberghi, ristoranti, taxi, voli aerei); alcuni nomi sono Uber, HotelTonight e MyTaxi;

– soluzioni che consentono di avere maggiori informazioni sui prezzi dei prodotti, permettendo all’utente di confrontare i prezzi su più punti vendita; un esempio è Netplenish;

– soluzioni che aggregano recensioni degli utenti su esercizi pubblici, in particolare ristoranti; tra queste viene citata Foodspotting;

– startup che offrono guide turistiche, anche con elementi di personalizzazione, come Gogobot, Triposo e MyCityWay.

Lo scenario in Italia

Il fermento emerso a livello internazionale si riflette anche in Italia: non sono poche le startup operanti in ambito Mobile Marketing & Service che hanno ottenuto finanziamenti da parte di Venture Capital, Incubatori e Investment Company negli ultimi due anni. Queste startup, infatti, pesano circa il 16% di tutte le startup finanziate in Italia in ambito ICT negli ultimi due anni, e il 70% di esse opera in ambito B2c. Inoltre il 47% offre i propri servizi in ambito Mobile Service, un terzo opera in ambito Mobile Promotion & Loyalty e il restante 20% offre servizi di Mobile Advertising.

Il 56% di esse ha ottenuto un finanziamento da parte di un Venture Capitalist, mentre l’altro 44% da parte di un Incubatore o Investment Company. Per quanto riguarda i fondatori, nell’85% dei casi la startup è stata fondata da un imprenditore con profilo manageriale (business) e solo nel 15% dei casi l’imprenditore ha un profilo tecnico (sviluppatore); per la metà dei casi l’età del fondatore è compresa tra i 30 e i 40 anni e nel 21% dei casi è inferiore a 30 anni. Infine una considerazione geografica: la maggioranza delle startup finanziate ha sede in Lombardia, seguita da Lazio e Veneto; le restanti sono ugualmente distribuite tra le altre regioni d’Italia.

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