L’Internet delle Cose rivoluzionerà anche la ricerca delle informazioni

Gli enormi volumi di dati generati dall’Internet of Things presto abiliteranno nuove soluzioni che ci manderanno avvisi, notizie e dati estremamente personalizzati senza bisogno di cercarli

Pubblicato il 20 Giu 2013

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L’avvento dell’Internet delle cose, o Internet of Things (IoT), rivoluzionerà anche il mondo della ricerca sul Web. E’ quanto sostiene Brian Proffitt, esperto tecnologico del mondo enterprise, sul sito readwrite.com. Secondo Proffitt tra poco avremo a disposizione molti più dati di quanti in realtà saremo in grado di utilizzarne. La crescita dell’Internet of Things significa infatti che miliardi di oggetti fisici saranno presto in grado di generare enormi quantità di dati 24 ore al giorno. Questo contribuirà a rendere “i metodi di ricerca tradizionali quasi impossibili da usare, perché si arriverà alla creazione di un ambiente in cui invece di cercare le cose del mondo, le cose saranno alla ricerca di noi per darci tutti i tipi di informazioni”.

Quando si parla di Internet delle cose è importante spiegare esattamente quello che è: un enorme numero di dispositivi fisici automatizzati e oggetti collegati a Internet. Questi dispositivi sono di solito router, switch, telefoni, computer, ai quali si sono aggiunti nel tempo telecamere di sicurezza e sensori di tutti i tipi, e col tempo arriveranno automobili, frigoriferi e molto altro. In questo momento il rapporto tra ricerca e dispositivi su Internet assomiglia al modello di ricerca dei contenuti Web: fai la ricerca per dati provenienti dai dispositivi e ottieni la fonte.

Come usare Shodan

Il motore di ricerca Shodan per esempio funziona più o meno come Google: fai la tua query e arrivano i risultati che corrispondono a determinati router, telecamere, sistemi di controllo comunali, e così via. Secondo la Cnn, la rete televisiva all news, tutto questo è molto pericoloso visto che ha definito Shodan come “Il motore di ricerca più spaventoso su Internet”.

Al di là dell’allarmismo, gli aspetti inquietanti esistono. Scrivere nel campo di ricerca “cisco-ios last-modified”, una query suggerita da Shodan come popolare, rivela una serie di dispositivi Cisco basati su Internet che non sono stati aggiornati. Questi dispositivi potrebbero essere molto vulnerabili agli attacchi tramite exploit ormai noti. Shodan, in pratica, mette in mostra quello che gli esperti di sicurezza sanno da molto tempo. In giro ci sono un sacco di dispositivi connessi alla Rete che sono stati dimenticati anche se continuano a funzionare svolgendo attività che possono essere anche mission critical.

Seppur interessante, però, Shodan non sembra rappresentare il futuro della ricerca nell’IoT. Il mondo intorno a noi diventa sempre più connesso, e sarà questo mondo a parlare con noi senza che ci sia richiesto nessuno sforzo. Una visione del futuro arriva da J. Schwan, CEO di Solstice Mobile, società specializzata in soluzioni di mobile enterprise. Schwan immagina di essere un tecnico della manutenzione in un edificio pieno di uffici. La sera precedente varie segnalazioni sono state inoltrate dagli inquilini del palazzo in formato digitale: una porta cigolante qui, un ascensore difettoso lì. Una app sul telefono del tecnico elenca i problemi in ordine di priorità e ottimizzati per la massima efficienza. Questo è un sistema che Solstice sta realizzando per i suoi clienti.

Altri esempi non mancano. In un futuro molto vicino le migliaia di prodotti di largo consumo che si trovano in un tipico grande magazzino potrebbero essere tutti dotati di tag Rfid, e quindi collegati a Internet. I clienti, girando per il supermercato, e potranno trovare un determinato articolo vedendolo su una mappa, e seguendo una guida vocale, sul loro smartphone. Più avanti questo sarà possibile sui Google Glass o su altri dispositivi di wearable computing, magari con l’immagine del prodotto immersa in uno scenario di realtà aumentata con informazioni, schemi grafici e video.

Analogamente il manager del negozio potrebbe utilizzare sul suo tablet un’App di business intelligence con funzioni di realtà aumentata per visualizzare i dati di vendita dei prodotti sugli scaffali, magari sotto forma di percorsi e grafici che indicano istantaneamente quali elementi si vendono meglio e in quali posizioni e scaffali. Oppure aggiornare in tempo reale i prezzi dei cartellini elettronici per lanciare promozioni durante la giornata. Gli aggiornamenti, ovviamente, raggiungerebbero i clienti sui loro cellulari.

Questo mondo non è lontano, spiega Proffitt. Smartphone e altri dispositivi mobili possono già sfruttare i motori di ricerca per scoprire di più sul mondo che li circonda utilizzando anche la realtà aumentata. Insomma, invece di inserire “2013 migliori televisori” nel browser per avere una lunga lista di indirizzi, andremo in negozio e chiederemo allo smartphone, al tablet o all’orologio intelligente “quale di questi televisori è il migliore per me in questo momento?”, ricevendo le risposte classificate in funzione del budget che abbiamo fissato, dello spazio che abbiamo in salotto e di altre preferenze. E conoscendo la capacità dei pubblicitari, forse non ci sarà neanche bisogno di chiedere.

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